Florian Haller Amministratore delegato e comproprietario gruppo Serviceplan
La crescente discontinuità fa perdere ai marchi la loro funzione di faro, intesa come guida e orientamento.
1. Che importanza riveste il marchio nella gestione della vostra azienda?
Necessariamente molto alta. I marchi delle nostre agenzie sono un bene prezioso. Costituiscono il presupposto per i continui nuovi business e ci consentono di operare una politica di prezzo premium
2. Come vi aiuta concretamente il marchio a guidare l’azienda e a prendere decisioni?
Siamo noi stessi a farlo. Questo però non vuol dire che le cose vadano avanti “da sole”. Innanzitutto, ci facciamo consigliare regolarmente dai nostri consulenti di brand del Serviceplan Consulting Group. In secondo luogo, la questione del marchio è di nostra competenza diretta nella holding. Con il risultato di assicurare una distanza strategica e al contempo di ottenere sufficiente attenzione per questa tematica centrale.
3. A Suo avviso quali sono gli errori da evitare nel brand management?
Secondo me l’errore più grosso risiede nella crescente discontinuità decisionale sul marchio. Che a mio avviso nasce da due ragioni:
- la prima è la crescente velocità di rotazione nel marketing. Un CMO che mantiene il suo ruolo per più di tre anni è diventato ormai un’eccezione.
- La seconda è il gran numero di canali attraverso i quali devono ormai comunicare i marchi. L’insieme di questi due fattori produce un’immagine del marchio sempre più frazionata negli occhi dei consumatori. In altre parole, il marchio perde la sua funzione di faro, intesa come guida e orientamento.
4. Che consiglio si sentirebbe di dare ad altre aziende in riferimento al brand management?
Di riflettere bene su dove si vuole posizionare il marchio. Di non allontanarsi da quella posizione. E di mantenere quell’immagine attraverso tutti i canali. Anche e soprattutto quelli digitali.
5. Che aziende ammira per il loro brand management?
La BMW. Per il piacere di guidare. Che altro?